Perché questo blog

Ore 07,55: folla sulla banchina.
L’altoparlante della stazione del mio quartiere (a Roma) annuncia che anche oggi “quello delle 08,11 non verrà effettuato” (cioè passerà un treno in meno). Nervosismo tra la folla, che continua ad aumentare. Si fa largo la consapevolezza che anche oggi il viaggio sarà una lotta corpo a corpo per:
1.       entrare sul treno (senza dover aspettare il successivo, che sarà ancor più pieno)
2.       farsi largo tra i viaggiatori all’interno del vagone per conquistare un angolino libero
3.       tenersi a qualche appiglio evitando di urtare o litigare con qualcuno
4.       uscire alla stazione desiderata, tra gomiti puntati e un flusso contrario di viaggiatori che bramano per entrare, piegati dalla stessa ansia che avevi tu qualche minuto prima, quando sei entrato (vedi punto 1).
Ogni mattina alcuni (troppi) cittadini escono di casa e non sanno cosa succederà loro. Prenderanno il treno giusto? Passerà alla solita ora? Un margine di incertezza così ampio è inammissibile per un trasporto su rotaia (uno dei motivi per cui si preferisce il treno all’automobile, del resto, sarebbe proprio la certezza dello spostamento!).
Ogni mattina penso: quanta forza potrebbe avere tutta questa folla se si unisse in una protesta ferma, civile, coesa? Se invece di litigare fra loro indirizzassero il proprio disagio verso i responsabili del servizio (o disservizio)? Se una volta arrivati a destinazione, invece di dimenticare in fretta le condizioni quotidiane in cui viaggiano, si fermassero a riflettere?
Un cittadino che non rivendica diritti, che non fa valere le proprie giuste rivendicazioni, è un cittadino che può essere sottomesso facilmente.
Così abbiamo pensato a questo blog. Uno spazio collettivo. Un luogo dove i cittadini si parlano, come accadeva un tempo nelle piazze, si scambiano le informazioni, le proprie “esperienze di stazione” e, semmai, nascono iniziative comuni.
Cittadini, ovvero “menti”, cervelli che per un certo periodo invece che muoversi restano fermi, stazionano lungo un binario col muso lungo ad attendere il prossimo treno... Staziona-menti.
Il blog è anche un modo per rimetterli in moto. Chissà che questa energia non faccia bene anche alla nostra Metro?