domenica 31 ottobre 2010

Ma è tutto vero?


Scendo le scale che mi portano sulla banchina del treno. Tutto è pulito ed ordinato. Un addetto sta lucidando con uno straccio ed un detergente il corrimano della scala. Osservo un tabellone elettronico: tra due minuti passerà il mio treno e quello successivo passerà dopo altri cinque minuti. Sulla banchina ci sono misteriose linee rosse tracciate a terra e tutti attendono in fila indiana in corrispondenza di queste linee. Arriva il treno sul lato opposto. Si ferma con le porte esattamente in corrispondenza delle linee tracciate sulla banchina (ecco a cosa servivano!). Le persone aspettano l’uscita di chi deve scendere poi, ordinatamente e senza rompere la fila, salgono tutti.


Mi metto anche io in fila: se un sistema funziona, si fa presto ad adeguarsi. Il tabellone elettronico si aggiorna: manca solo un minuto all’arrivo del mio treno.


Poco più in là ad una ragazza cade il cono gelato. Tira fuori un fazzoletto di carta dalla borsa e pulisce il marciapiede. Il fazzoletto però non le è sufficiente. Si toglie il foulard e lo utilizza per completare la pulizia, poi lo mette in borsa! La banchina è tornata pulita come era prima. Il treno arriva. La porta si apre proprio davanti a me. Alcune persone scendono, poi i due ragazzi che avevo davanti salgono ed io dietro di loro (sembra banale?). I monitor presenti sul vagone mi informano che devo mettere lo squillo del cellulare in modalità silenziosa per evitare che la suoneria possa disturbare i vicini.


Mi dò un pizzicotto sulla guancia. Sento dolore, vuol dire che non sto sognando. Sono a Tokyo, una città incredibile. E’ l’anno 2010.

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